lunedì

Again - pt.02



Per la prima volta non è un lungometraggio.
Non che la situazione migliori, a dir il vero.
O forse sì?
Almeno non è una roba schifosa come l'anno scorso.
E' anche per quello che non volevo aprire il pacco: dopo "The Human Centipede" ho vomitato per tre giorni.
E ho letto su internet che c'è anche il seguito; ero sicura sarebbe stato il film di quest'anno e invece...
"Rubber Johnny" di Chris Cunningham.


Ho provato a stoppare il dvd, giusto per vedere se riuscivo a capire con quale materiale pseudo-organico è riuscito a ricreare la faccia spiaccicata, ma la funzione è disabilitata.
Non si può far nulla, a dir il vero: inserisci il dvd, schiacci PLAY e devi arrivare per forza in fondo ai sei minuti di video. Non so se tutti i dvd di 'sta roba siano fatti così: il mio sì.

Riguardo il corto quattro volte, provo a vedere se c'è qualche indizio che mi riguarda: so che c'è, lo diceva la lettera dello scorso anno.

"Diec'anni di preliminari direi che bastano: ritorna la persona che eri e conosciamoci"

Giuro: "conosciamoci".
Come se il torturare psicologicamente una persona sia la prassi ordinaria del corteggiamento.
Se a questa simpatica lettera di poche parole ci aggiungi, appunto, "The Human Centipede"... beh, non sarò la donna più romantica della Terra, ma questo è troppo pure per i miei standard.

Guardo la lettera: è appoggiata accanto a me, ma ancora non l'ho letta.
La apro, estraggo il foglio, anche quest'anno una manciata di parole e basta.
Non ho voglia di leggerla, non ce la posso fare, non oggi, non stamattina per lo meno.
La giornata di ieri è già stata pesante a sufficienza: prima un tizio si fionda nel mio taxi chiedendo di essere accompagnato a Porta Romana.
Arriviamo a Porta Romana e lui si lamenta che non è Porta Venezia, che mi aveva assolutamente detto Porta Venezia, che non ha intenzione di pagare per un MIO errore.
"Quindi ora mi porta o no in Porta Genova?"
"Ma che cazz... ma se ha appena detto Porta Venezia!!!"
"Ma vuole che mi sbagli due volte di seguito?? Lei è veramente la peggior tassista mai vista".

Ok.
Poi c'è stata la manager figadilegno che dopo avermi ringhiato contro l'indirizzo dove accompagnarlo, dopo essere stata tutto il tempo al telefono lamentandosi del fatto che ha ADDIRITTURA dovuto scomodarsi a prendere un taxi, dopo aver criticato gli interni non in pelle di neonato albino del mio taxi ha provato a pagarmi cui buoni pasto.
Dio, certi giorni puoi davvero solo sperare che finiscano nella maniera più rapida possibile.
E in tutto questo sapevo benissimo che giorno era.
Sapevo che, una volta a casa, avrei trovato il pacco nella cassetta della posta.
Sono riuscita a lasciarlo lì tutta la notte, poi stamattina - anzi prima - sono scesa a prenderlo.
Ho provato ad andare al lavoro senza guardarlo, ma non ce l'ho fatta.

Riproverò stasera, magari troverò anche il coraggio di leggere quelle due righe di lettera che mi ha mandato, anche se la verità è che spero di aver visto il video un numero sufficiente di volte affinché il mio cervello riesca a ragionarci sopra in autonomia.
E' già successo, in fondo pensare era il mio lavoro tanto tempo fa, in un'altra vita, quasi.
Pare.

Dai, deciso.
Lo riguardo un'ultima volta, tanto per essere sicuri.
[..-]
Arrivo a metà e devo ricominciare: i vicini e il loro stupido cane fan casino davanti alla mia porta sempre quando non serve. C'E' GENTE IMPEGNATA, QUI!
Lo so, la canzone è solo una canzone degli Aphex Twin ma magari la chiave è lì.
La devo ascoltare bene.
Ricomincio per l'ultima volta.
[...]

Ok, direi che ci sono: posso andare al lavoro, guidare serena e sperare che le mie sinapsi facciano il loro mestiere.
Mi ravvivo i capelli, prendo la borsa, apro la porta e incespico sullo zerbino. Quasi sbatto la faccia sulla porta dall'altra parte del pianerottolo.
Cristo, mi succede tre volte a settimana, non imparerò mai. Zerbino di merda.
Solo che stavolta era più massiccio del solito.
Mi volto e lo vedo.
Cioè, ci metto un attimo perché ha lo stesso marroncino del mio tappeto.
Davanti alla mia porta c'è un cane.
Un chihuahua.
Da quanto è qui?
Da poco, prima, quando ho preso la posta non c'era.
E' stato il rumore di prima? Non erano i vicini quindi? 
E' STATO QUI?
Ma no, calmati un attimo, per favore.
E' un cane.
La gente abbandona di continuo gli animali, soprattutto d'estate.
Un cane rompicoglioni come questo, poi, che fine vuoi che faccia se non questa?
Sì, è sicuramente questo.
Sto ancora tremando quando vedo la mia mano allungarsi verso il collo del cane.
Lo sto per strangolare? Sarei capace di fare una cosa del genere? L'ho già fatta? E' stato questo che ha fatto incazzare il mio stalker?
Le mie dite accarezzano il cucciolo, si spostano lentamente sotto il suo collo, urtano una cosa fretta, liscia e metallica.
Ruoto la targhetta e leggo il nome del cane: Johnny.

Mi sa che oggi non vado al lavoro.



(continua...)
(sempre forse)